News

Interview de la Djette italienne : Dj Simona Gee

Buonasera DJ Simona Gee, ci puoi spiegare un po’ il tuo percorso musicale? Le tue influenze musicali? Si può dire che il DJ è diventato « musicista » della musica elettronica attuale?

Sono felice di fare un’intervista per il vostro webzine. Il mio percorso musicale risale ai primi anni 90 dove ho iniziato a cimentarmi ai piatti a livello professionistico. Grazie ad una gara indetta da un importante locale dell’Emilia Romagna – Italia, vinsi il primo premio che mi permise di iniziare a mixare in molte consolle importanti. Superata la reticenza di alcuni gestori verso la donna dj, iniziai un percorso lungo i clubs dall’Italia alla Svizzera. Con l’apporto di nuove tecnologie e ricerche di nuove sonorità il mio gusto nella scelta del sound si espande all’electro-house e minimal che amo in tutte le sue sfumature. Il dj non sarà mai un vero e proprio musicista, intendendo quello che ha studiato gli spartiti ed al Conservatorio, ma può avere eguali possibilità. Il dj è un artista, un fantasioso e attraverso il mezzo della consolle propone i suoi gusti e le sue idee. L’elettronica facilita questo avvicinamento tra musicista e dj.

L’ Italia è sempre stata considerata attiva e creativa in materia musicale e confeziona prodotti di alta qualità, un esempio su tutti « Benny Bennassi » e « Mauro Picotto » che si sono fatti valere in tutto il mondo. Ti si può augurare lo stesso percorso?

Il percorso di B. Benassi l’ho seguito molto bene vista la sua vicinanza di origine alla mia zona geografica. M. Picotto e lo stesso F. Farfa hanno raggiunto traguardi importanti. Se dovessi arrivare ai loro livelli mi sentirei ovviamente realizzata, sentendomi in una posizione di giusto equilibrio tra capacità e fortuna.

Sei entrata a far parte della label « AudioBit », siciliana, capitanata da Max Riolo dj producers catanese di cui si parla molto bene nell’ambiente « DJ List. » Come è nata questa collaborazione ?

Ho avuto occasione di conoscere questa coppia di ragazzi davvero eccezionali che hanno fondato una Indie – label, nata prevalentemente per cultori di generi musicali poco noti alle masse. Essere “indipendenti” significa anche poter spaziare seguendo il proprio istinto creativo, giocare d’azzardo e rischiare, ma alla fine proporre al pubblico un prodotto finito scevro da manipolazioni o condizionamenti di alcun genere. Le produzioni musicali sono curate direttamente da Silvia e Max Riolo, A & R nonché creatori dell’etichetta. La loro professionalità mi ha trasmesso da subito la voglia di collaborare con loro. Sono scesa in Sicilia nel loro studio ed è stato creato questo nuovo progetto che sta per essere stampato ufficialmente. Sul mio sito web lo si può ascoltare.

Le donne dj sono considerate molto di “moda”, come ti classifichi? Con quale supporto (cd o vinili) tu fai ascoltare la tua musica nei dancefloors?

Nei miei dj sets amo suonare con il vinile, emette un suono indiscutibilmente più dinamico e piacevole. Utilizzo anche il supporto cd, soprattutto quando la consolle delle piccole locations lo richiedono. Le fenomeno delle donne dj è in espansione e mi auguro non sia soltanto una « moda » ma qualcosa di più duraturo.

Mi sembri molto sensibile al lato estetico. Il tuo sito Internet « www.simongeedj.com » lo manifesta, è di una grande qualità, le foto sono notevoli, anche nella tua musica si sente una ricerca molto « estetica » , un tuo « colore » musicale, la ricerca della perfezione sarebbe una delle tue “fissazioni” ? 🙂

Grazie per i complimenti sul sito. Inutile negarlo, la nostra società è molto improntata all’estetica. Se si desidera essere ascoltati è spesso necessario passare attraverso l’immagine. Questo è il mezzo che io utilizzo per arrivare all’ascolto degli intenditori, e solo una minima parte per vanità. La ricerca della perfezione è sinonimo di professionalità. Sono molto autocritica con me stessa e più passa il tempo, più lo divento.

Poiché siamo entrati nel discorso, quali ritieni essere i tuoi pregi e i tuoi difetti maggiori?

I miei pregi, se così si possono chiamare sono la pazienza e la testardaggine. In questo lavoro essere testardi e voler andare fino in fondo alle cose, progetti ed ambizioni, è un bene. I difetti tendenzialmente sono la pigrizia che giornalmente cerco di combattere e l’impulsività. Spesso sono « diretta  » e dico sempre quello che penso, subito può sembrare un ostacolo ma poi viene apprezzato.

Il tuo titolo « Déjà Vu  » ha le carte in regola per diventare un successo, puoi parlarci dei progetti di promozione che hai intenzione di fare? E perché si è scelto un titolo in francese?

ll titolo è stato scelto in occasione di una visita in un locale di Taormina assieme ai miei producers. Il suo nome era « Déjà vu » e da qui la nascita della title-track. Il singolo uscirà in ben 5 versioni e lo considero molto adatto a varcare il confine, per la sua struttura e composizione. I progetti di promozione al momento dell’ufficializzazione (imminente) saranno tanti, in primis la presentazione personale nei vari clubs.

Ti lascio la parola della fine, hai un messaggio da trasmettere e da far sapere ai nostri lettori?

Mi piacerebbe sensibilizzare i lettori riguardo all’attuale situazione discografica: il mercato è oppresso dalla pirateria sfrenata, le grandi major sono probabilmente le uniche che riescono a chiudere i bilanci in attivo, la nascita delle etichette indipendenti è l’inizio di una svolta alla situazione stantia e ferma. Mi sento personalmente di appoggiarmi a loro e di sostenerli, nella speranza che si liberalizzi la musica e che la si possa acquistare, in futuro, originale ad costi ragionevoli.

interview  – © dracenie.net